Il caldo imperversa, ma non preoccupatevi: i quattro dischi che abbiamo scelto per voi questo mese sono una granita di aria fresca.
Theo Croker – Star People Nation
“Ci sono musicisti bravi o grandi, ma poi ci sono strumentisti fenomenali come Theo, che hanno la capacità e l’intelligenza per contrastare la direzione della Nu Music. Theo è uno dei titani di oggi”, diceva Donald Byrd di uno dei maggiori fuoriclasse in circolazione. Theo, trombettista catalogato nell’ultima generazione di jazzisti americani, continua il proprio viaggio musicale contaminato da tante influenze: il suo suono estremamente morbido contrasta ritmiche hiphop e drum & bass, le frasi che improvvisa sono sospese nell’aria, la musica è ariosa senza cadere nei clichè di genere. Inoltre, si nota come questo ragazzo abbia un forte legame verso le generazioni precedenti di jazzisti che lo hanno formato ed influenzato: a partire dalla sua vicinanza ad una cantante come Dee Dee Bridgewater (che ha addirittura prodotto il suo disco precedente “Escape Velocity”), il trombettista resta in alcuni brani ancorato alla tradizione hardbop e swing. “Star People Nation” è IL disco jazz dei nostri tempi nel quale tradizione ed innovazione si fondono in modo elegante e spontaneo.
Ivreatronic – Il suono di Ivrea Vol.2
Ivreatronic è sinonimo di positività, divertimento e musica. Ivreatronic è un collettivo di amici, un’etichetta oltre che ad essere una festa itinerante di schieramento LGBTQ. Nata inizialmente ad Ivrea da un’idea di Cosmo, la crew di dj e produttori piemontese in poco più di un anno è riuscita ad espandersi in tutta Italia attraverso party clamorosi, nel quale la Techno è concepita in tutte le sue sfumature. Da pochi mesi è uscita questa seconda compilation, che racchiude 10 tracce inedite dei 10 suoi componenti: ogni produttore all’interno concepisce la “cassa dritta” in modo differente e il condimento è di qualità e spessore. Tribalismo e slow techno, voci recitate dal futuro, campionamenti insoliti al limite dell’ironia e l’uso massiccio di percussioni africane fanno di questo collettivo la realtà più interessante di musica elettronica in Italia.
Jordan Rakei – Origin
Riflettendo sul panorama Neo Soul / R&B, si nota come davvero pochi dei suoi componenti riescano ad uscire dai canoni iper-abusati nel genere: indipendentemente da Europa o Stati Uniti, da almeno un paio di anni escono produzioni fatte con lo stampino, ormai già sentite e poco originali. Jordan Rakei, invece, è tutt’altra cosa. Influenzato dal cantautorato classico dei suoi eroi del passato (Stevie Wonder e Steely Dan), il polistrumentista e cantante australiano crea una dimensione intima, soulful ed espressiva allo stesso tempo. Passando dal ritratto molto personale ed intimo che ha dipinto nel 2017 con “Wallflower”, il nuovo disco è a colori luminosi su sfondo scuro: le melodie ed i ritornelli estremamente orecchiabili si alternano con parti ritmicamente più complesse permettendo una varietà di situazioni tipiche dell’artista. “Origin” è apertamente ispirato da visioni distopiche del nostro futuro, in particolare lo specchio nero di Charlie Brooker, “The Handmaid’s Tale” di Margaret Atwood e “Twin Peaks” di David Lynch. “Sono preoccupato che stiamo perdendo un senso di connessione”, spiega Jordan: infatti, molti testi esplorano la crescita tecnologica che cambia il modo di vivere della società dei nostri tempi.
Tommaso Cappellato – Butterflying
Tommaso Cappellato butta fuori un beat tape che straripa di hip hop, stende i cuori deboli e sloga l’osso del collo. Sì, il movimento del mento dall’alto verso il basso è inevitabile: il batterista e produttore padovano costruisce loops potenti, influenzati dalla sua formazione jazz e da colori lo-fi / ambient. Sembra quasi di ritornare ai vecchi beats della golden age (anni ’90), eppure la ventata di fresco sconvolge le carte in tavola. Ispirato da un suo viaggio recente a New York (dove ha studiato per vari anni), Cappellato può essere considerato come uno dei maggiori successori di quella leggenda di Detroit quale è stato J Dilla. Ma, al posto dell’MPC 3000, nelle mani ha un paio di bacchette e una tastiera: la batteria acustica esplora il beat in tutte le sue sfumatore, il groove è solido e i bassi synth generano una propulsione robusta che spinge il tempo indietro. “Butterflying” è uno slancio verso il beat nudo e crudo, trattato in maniera innovativa e sperimentale.
Mi racconto in una frase:
Sono ossessionato dai dischi che escono ed io che li perdo.
I miei 3 locali preferiti per vedere musica:
ArciBiko (Milano), Santeria (Milano), Tempio del Futuro Perduto (Milano)
Il primo disco che ho comprato:
Billy Cobham – Spectrum
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Billy Cobham – Spectrum
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Mi piace fare delle ipotesi su cosa pensano di me determinati animali.