Ehi ehi, bentornati. Come da tradizione, dopo la classifica dei migliori 40 dischi internazionali, rieccoci con i nostri album italiani preferiti pubblicati negli ultimi 12 mesi. Questa volta abbiamo optato per un numero più ridotto rispetto alle produzioni straniere per un’ovvia questione di proporzione. Pochi ma buoni, insomma.
Nel 2023 la musica nostrana ha brillato non solo nel cantautorato moderno di qualità (vedi alcuni nomi ormai “classici” presenti in classifica), ma anche, e oserei dire soprattutto, sulla sperimentazione di artisti più o meno emergenti in grado di fare breccia anche fuori dall’Italia.
E allora, nella speranza che questa tendenza trovi un seguito anche in futuro, continuiamo a goderci questi 10 dischi anche nei prossimi mesi. Come sempre, attendiamo i vostri commenti.
Paolo
10. Maria Antonietta – La Tigre Assenza
“La Tigre Assenza” è un nome che omaggia Cristina Campo, ma è anche il disco del ritorno di Maria Antonietta dopo cinque anni. Le cicatrici fanno ancora male, ma il dolore trova una nuova forma per poter essere raccontato trasformandosi in forza, in rabbia, a volte anche in una dolce e piacevole felicità. (Lucrezia Lauteri)
9. Marta Del Grandi – Selva
Il talento di Marta Del Grandi è immenso e per certi versi strabiliante. L’artista milanese condensa un’intera tavolozza di colori, forme e suoni in un quadro perfetto, che ad opera compiuta si presenta geometrico e minimale. Una dote straordinaria. (Paolo)
8. Leatherette – Small Talk
L’unica vera (e credibile) risposta italiana all’ondata post-punk che imperversa in UK. Questi ragazzi non hanno nulla da invidiare alle band più blasonate d’oltremanica. Evviva. (Paolo)
7. Yonic South – Devo Challenge Cup
I maestri del garage/punk italiano odierno, che siano in versione Bee Bee Sea o in questo progetto-costola della band lombarda, hanno sfornato un concept album ispirato ai Devo al quale è impossibile resistere. Un piccolo capolavoro di genere. (Paolo)
6. C’Mon Tigre – Habitat
Il collettivo più cosmopolita mai creato nel nostro Paese è autore di un suono sfaccettato che insiste con eleganza su un’atmosfera esotica, surreale e al tempo stesso confortante, in cui ci si lascia immergere che è una meraviglia. Un ecosistema perfetto. (Paolo)
5. Baustelle – Elvis
Elvis Vive, non su isole deserte o in qualche tenuta del Tennessee. Elvis Vive sul petto di chi in lui vede ancora l’origine di tutta questa cosa qui, anche se non sei un emule di bianco vestito. Il Re è nato a Tupelo, direbbe qualche altro noto cantautore cui i Baustelle si mettono in linea di successione con queste canzoni. Il Re è morto, lunga vita al Re. (Andrea Fabbri)
4. Colombre – Realismo Magico In Adriatico
Da un lato i confini sfumati della magia, dall’altro la concretezza della vita; da un lato la libertà disordinata del mare, dall’altro la provincia italiana. In un viaggio costante tra realtà e immaginazione, col suo terzo album Colombre ci regala dieci canzoni che si poggiano su una solida base cantautorale per muoversi tra pop, ballate italiane e synth. Un disco semplicemente bello, liberamente nostalgico e magicamente realista, appunto. (Sara Bernasconi)
3. Daniela Pes – Spira
“Spira” è il naturale erede di “IRA”: Daniela Pes crea un linguaggio e un mondo elettronico per raccontarlo, sospeso tra il suono ancestrale della tradizione e l’ipnosi materica dei sintetizzatori. L’incontro con la sua voce è il più rilevante del 2023. (Mattia Sofo)
2. Colapesce Dimartino – Lux Eterna Beach
Nel 2023 è ancora possibile passare per radio nel Belpaese e non risultare banali? Questo disco è un enorme e felicissimo sì! Quando parte la voce del mai troppo compianto Ivan Graziani, la pelle d’oca è assicurata. (Andrea Manenti)
1. Lucio Corsi – La Gente Che Sogna
Tra “La gente che sogna” ci siamo anche noi amanti di musica che sogniamo dischi così tutto l’anno, a prescindere dai generi, fatti su misura per il nostro piacere uditivo e divertimento fisico. Lucio Corsi ripropone un’opera completa sotto qualsiasi aspetto, semplicemente bella e da conservare. File under: all killer, no filler. (Andrea Fabbri)
Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.