Se è vero che gli anglosassoni si lasciano andare fin troppo spesso all’esaltazione di next big thing che ad essere ottimisti dureranno qualche settimana, è altrettanto vero che nell’ultimo lustro, a dare un’occhiata anche non troppo approfondita alle isole britanniche, sono nate band che fanno ben sperare per il futuro del rock e che provano per l’ennesima volta che no, questo genere non è ancora morto: Idles, Fontaines DC, Shame, Black Midi, Black Country New Road.
Gli Yard Act, giovanissimo gruppo di Leeds al debutto dopo un promettente poker di singoli pubblicati fra il 2020 e il 2021, fanno parte di quegli artisti cui è stata affibbiata l’etichetta post-punk. In questo caso il “post” è sicuramente più cronologico che di stile: il quartetto riassume infatti l’attitude Oi! di una band come i Sham 69, con un sound preso a prestito dal melting pot inventato dai Talking Heads e filtrato dai nipotini Parquet Courts, senza disdegnare una spruzzatina di madchester, che fa sempre bene.
Testi attuali, fra fake news, giorni di paga, lotta alla mentalità che spinge l’uomo alla ricchezza; ritmi ballabili e trascinanti, che rendono arduo non muovere i fianchi; e infine la voce di James Smith, che spicca per la sua teatralità, fra il recitato filosofeggiante e una declamazione che raramente tende al cantato. Gli undici brani in scaletta meritano tutti, non ci sono cali di tensione: dall’anthem della title track al riff di chitarra quasi latino (!!!) di Dead Horse, dal ritornello da urlare a squarciagola di Payday al sax stonato di Rich, dalla trascinante Witness (Can I Get A?) all’irresistibile «pa pa pa pa» di Land of the Blind, dalla quasi disco Pour Another alla conclusiva ballata sui generis 100% Endurance. Sicuramente sentiremo parlare di questi ragazzi ancora per un bel po’.
Andrea Manenti
Mi racconto in una frase: insegno, imparo, ascolto, suono
I miei 3 locali preferiti per ascoltare musica: feste estive (per chiunque), Latteria Molloy (per le realtà medio-piccole), Fabrique (per le realtà medio-grosse)
Il primo disco che ho comprato: Genesis “…Calling All Stations…” (in verità me l’ero fatto regalare innamorato della canzone “Congo”, avevo dieci anni)
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Clash “London Calling” (se non erro i Clash arrivarono ad inizio superiori…)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: adoro Batman