Parlando metaforicamente, così come nello stile di Jamie Stewart, ascoltare quest’ultimo album degli Xiu Xiu, un disco sontuoso fra elettronica e musica quasi operistica di soli duetti, è come correre persi nel bosco durante una giornata fredda, quando improvvisamente uno squarcio fra gli alberi ti rivela la via da seguire per ritrovarti. Volendo invece lasciare le spiegazioni al diretto interessato: «Gli ospiti di “Oh No” riflettono i tipi di persone, e molte delle stesse, che mi hanno aiutato a ricordarmi che il rapporto tra gli esseri umani belli e quelli di merda è più simile a un 60/40 piuttosto che a un 1 su 99, come avevo sempre pensato. Anche se sulla tracolla della mia chitarra ho una spilla con su scritto “odio la gente”, adesso la odio un po’ meno».
L’ascolto dei quindici brani di cui è composto questo dodicesimo lavoro a nome Xiu Xiu è quindi una sorta di catarsi, fa male e molto, ma solo per poi farti tornare a stare meglio. La voce emozionante di Stewart, come un Morrissey dark, si mescola perfettamente ad altre quindici, per l’appunto una a brano, in questo viaggio nel profondo umano, fra la depressione e la rinascita.
Basterebbe l’iniziale Sad Mezcalita, in compagnia della cantautrice Sharon Van Etten, per capire sin da subito che ci si trova davanti a un’opera pregna d’emozioni, difficile, ma meno rispetto ai soliti Xiu Xiu. Sarebbe però un gran peccato fermarsi qui. I Cannot Resist, con Deb Demure dei Drab Majesty, è delicata e passionale, Goodbye for Good, con Greg Saunier dei Deerhoof, ricorda le ballate eteree e rarefatte dei Nine Inch Nails anni Novanta.
La title track ricama dolci melodie, mentre l’ospite Susanne Sachsse si lascia trasportare in urla sgraziate, Rumpus Room, con Angus Andrew dei Liars, è discoteca da oltretomba e riesce persino nell’ardua impresa di far ballare. La cover di One Hundred Years dei Cure con Chelsea Wolfe è un sentitissimo tributo a una band a cui Stewart deve molto, Knock Out con Alice Bag e A Bottle of Rum con Liz Harris sono il tentativo riuscito di esplorare il pop da parte degli Xiu Xiu, mai così “facili” dai tempi di Chocolate Makes You Happy (2010).
Ancora una volta gli Xiu Xiu ti prendono il cuore e te lo strappano pezzo dopo pezzo. Questa volta, però, se si ha calma e tempo per ascoltarli al meglio, il cuore te lo reincollano.
Andrea Manenti
Mi racconto in una frase: insegno, imparo, ascolto, suono
I miei 3 locali preferiti per ascoltare musica: feste estive (per chiunque), Latteria Molloy (per le realtà medio-piccole), Fabrique (per le realtà medio-grosse)
Il primo disco che ho comprato: Genesis “…Calling All Stations…” (in verità me l’ero fatto regalare innamorato della canzone “Congo”, avevo dieci anni)
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Clash “London Calling” (se non erro i Clash arrivarono ad inizio superiori…)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: adoro Batman