Parliamo di musica importante, ok? Parliamo di Wilco, una band che possiamo definire imprescindibile se trattiamo il rock americano contemporaneo. Figli illegittimi delle ballate folk di Woody Guthrie e Pete Seeger, da oltre 20 anni portano sui palchi di tutto il mondo la loro ricetta di Folk-Rock sperimentale, mai superficiale, mai scontato, mai banale. Uno stile che negli anni si è raffinato sempre di più e ha ridefinito i confini di un genere che può arrecare sonnolenza. Nota di merito, una band che ha più volte dimostrato di non mettere da parte l’impegno politico in un contesto in cui sempre di più la musica ha il diritto e il dovere di potersi esprimersi.
Per farla breve, quello che è stato Bob Dylan 50 anni fa e Will Oldham (aka Bonnie Prince Billy) 20 anni fa, oggi potrebbe essere Jeff Tweedy, leader, voce e chitarra degli Wilco. Il nuovo nuovo disco Ode To Joy è in arrivo e come vi abbiamo anticipato nella nostra guida ai migliori eventi di settembre a milano, giovedì 19 settembre la band suonerà al Fabrique di Milano (biglietti ancora disponibili qui ).
Con questo articolo abbiamo pensato a una lista di 18 canzoni che possono esservi utili a conoscere meglio gli Wilco e se già li conoscete come sicuramente sarà, questa lista vi potrà rinfrescare la memoria, tipo bigino.
Wilco: 18 canzoni per conoscerli meglio
Misunderstood
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Siamo nel ’96, il brano è tratto da Being There, il secondo disco della band. Emarginazione, incomprensioni, provincia e grande vuoto che c’è. Qui si posa tutta l’estetica della musica degli Wilco. L’irrequietezza e il tormento di Jeff Tweedy diventano arte. Nel torbido delle acque si muove sinuoso il desiderio di riscatto ed è cosa potente, tipo che a confronto la sfera genkidama di DragonBall sembra il Crystal Ball.
I wanna thank you, for nothing…for nothing at all.
California Stars
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La storia è questa. Nella primavera del 1995, Nora Guthrie scrive al cantautore inglese e studioso di folk Billy Bragg per assemblare un’antologia di testi del padre Woody. Bragg mette le mani nell’infinito corpus di canzoni e scopre migliaia di testi scritti da Guthrie tra il 1939 e 1967 che non sono mai diventati canzoni. Una di queste è California Stars, decide di farla arrangiare agli Wilco. Il risultato è sorprendente, il gioco è molto pericoloso e sfugge presto di mano.
E così le session diventano un disco meraviglioso da 15 pezzi “Mermaid Avenue“. Il primo dei tre #perdire.
I’m Always in Love
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Due anni dopo arriva il disco della svolta, la prima e unica produzione per Warner con un budget importante: Summerteeth. Fortunatamente non mancano le canzoni con la C maiuscola e in questo disco ne troviamo a bizzeffe. A zig-zag tra R&B, Pop e Psychedelia. Questo è uno dei brani più diretti e spontanei del disco. Una mosca bianca rispetto alle restanti canzoni dell’album in cui emergono i tormenti di Tweedy e la difficile situazione familiare che sta vivendo. Depressioni, Sigarette e Adulteri…via tutto… qui si sviscera il tema dell’Amore. Svolgimento:
How to Fight Loneliness
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Restiamo dentro Summerteeth. Se la traccia sopra rappresenta lo Yang, qui siamo in piena oscurità che dilaga lemme e inesorabile come Il Nulla ne La Storia Infinita.Una manciata di risate amare per curare la depressione, manciate che diventan smorfie a manifestare un dolore dell’anima di profondità abissale. Per dirla in una frase, quando hai un problema e ci scrivi una canzone…può succedere questo:
Wilco: 18 canzoni per conoscerli meglio
Jesus, Etc.
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Passano tre anni e la band torna in pista con Yankee Foxtroot Hotel. Tweedy è devastato dall’emicrania e finisce nel vortice di una pesante dipendenza da anti-dolorifici. Questo è l’unico brano registrato dal neo arrivato batterista Glenn Kotche e il primo arrangiamento orchestrale seguito interamente da Jeff Tweedy senza supporto esterno. Il titolo è frutto della pigrizia, il brano avrebbe dovuto chiamarsi inizialmente “Jesus Don’t Cry”. Data la copertina del disco e il testo “tall buildings shaking and skyscrapers scraping together” molto spesso sono state fatte delle analogie tra questo brano e i tragici eventi che accaddero 9 anni dopo a New York.
Theologians
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Passano altri due anni, sono infiniti e nascono i fantasmi. La musica degli Wilco è un onda di lacrime gonfia di Soul che si infrange sui cocci di quel che resta della musica Americana. A Ghost is Born è il vero disco svolta della band, il primo dalla dipartita di Jay Bennett non solo chitarrista ma autore di tantissimi brani importanti nella carriera della band. Questo è un brano che non guarda in alto per cercare l’infinito, qui si alza la mani e ci si arrende all’evidenza che l’infinito siamo noi. Crollano i dogmi, brucia tutto… rimane questo voce sottile in lontanza tra le onde “cherry ghost, cherry ghost…” Inquieta.
Bellissima anche la cover del surfer baffone Donovan Frenkenreiter
Impossible Germany
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Stormi e migrazioni su un cielo che appare Blu ma è solo una visione di un istante. Così appare la copertina di Sky Blue Sky, il disco che ritorna al root-rock e include il meraviglioso brano sopracitato. Due stati (Germania, Giappone), le distanze siderali, l’incomunicabilità, un’immagine che diventa metafora dei travagli d’amore di un poeta distrutto dal peso insopportabile del proprio sentire.
“Impossible Germany. Unlikely Japan. Maybe Korea?” alcuni critici hanno pensato al flusso di coscienza di un trentenne francese che vuole comprare una macchina nuova ma tendiamo a scartare questa azzardata interpretazione.
Ad ogni modo, il duetto di chitarre sul finale potrebbe valere l’intera carriera di un milione di altre inutili band.
On and On and On
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Voglio dirlo come Pavese “Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi”.
Noi restiamo insieme…fino alla fine. Fino alla fine. Fino alla fine.
Wilco (The Song)
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Wilco diventa una canzone, Wilco (The Album) diventa un disco e questo brano ne è la sua ouverture. La copertina del disco ritrae un cammello durante una improbabile festa di compleanno. Si chiama Alfred, il cammello, non chiedetemi perchè lo so, non importa. Quello che importa è che esembra chiederti “Chi cazzo ti ha invitato? Cosa ci fai qui?”
Ma non divaghiamo. Wilco, la canzone, ha un ritornello enorme e potentissimo, si sente chiaramente il coro “Wilco will love you”. Sembra uno scherzo ma Tweedy ha spiegato a Rolling Stone che qui è la stessa Musica a parlare. E torna tutto.
Nota di colore: il pezzo è stato registrato nel 2009 con Neil Finn in Nuova Zelanda, tornati a Chicago la band si è chiusa in studio con Jim Scott per continuare a lavorarci. “Volevamo creare un artefatto non un documento” con queste parole Tweedy ha chiuso il cerchio anche qui.
Wilco: 18 canzoni per conoscerli meglio
You and I
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La storia di due anime distrutte che provano a mettere insieme i cocci.
Una delle canzoni d’amore più intense della storia della musica rock contemporanea. Profondissima. Impossibile non piangerci sopra almeno un paio di volte l’anno, scegliete voi quando non avete altri impegni, ok?
Bull Black Nova
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Restiamo dentro a Wilco (The Album) e questo è forse uno dei primi vagiti di una nuova era per la band di Chicago. Complice il genio rumorista di Nels Cline. Qui inizia a far capolino l’elemento di sperimentazione pesante che andrà a macchiare meravigliosamente molte delle melodie a venire. Dissonanze e rumori che si incastrano alla perfezione e sballano i sensi. Si definiscono nuovi equilibri nella forma compositiva della band, il trucco riesce al primo colpo.
Questa è la classica canzone che se ti piace non ti accontenterai mai di sentire una sola volta al giorno.
Art of Almost
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Siamo nel 2011 e questa canzone apre il nuovo disco The Whole Love. Osssesioni distorte e orchestrazioni angeliche, il contrasto dolce/salato ci fa schizzare le papille gustative nell’iperspazio. Parte una cavalcata di chitarra e basso che non vorresti finisse mai, mai, mai…
Dawned on Me
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Ok, mettiamola sul personale. C’è stato un momento della mia vita che ho pensato che se la mia vita fosse un film questa sarebbe stata la sua colonna sonora. Quando la riascolto ci ripenso, mi fa sorridere e mi terrorizza allo stesso tempo…è una sensazione molto strana.
Il video nel set di PopEye è una storia a se
Random Name Generator
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Siamo nel 2015 e la band se ne esce con Star Wars giusto per incasinare un pochino i motori di ricerca. La terza traccia dell’album si chiama Generatore Randomico di Nomi e ha una delle distorsioni di chitarra più fighe della storia della musica. Per l’occasione la band lancia su Buzzfeed un test tipo Cioè in cui potete associarvi al vostro Wilco più simile a voi. Lo trovate qui
Cry All Day
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Chi lo avrebbe mai detto che quel pazzo di Joan Cornellà potesse finire in una copertina degli Wilco.
E invece accade ed è tutto un sottosopra a partire dal nome dell’album che sembra fare il verso a quello della stessa band; Schmilco.
Le chitarre si azzuffano, i pensieri bisticciano continuamente in dodici canzoni tra di una tensione incredibile. Canzoni per l’autunno, canzoni per la notte fonda, canzoni per accarezzare il nostro lato oscuri come fosse il gatto di un qualche Villan in prepensionamento che sta meditando sui suoi misfatti.
Wilco: 18 canzoni per conoscerli meglio
Someone to Loose
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Il mese scorso ho incontrato uno skater alla stazione Centrale, abbiamo chiacchierato mezz’oretta. Sul braccio si era scritto con il pennarello Uniposca: “Miagolare is not a Crime”. Sono corso a farmelo tatuare anche io, ci ho aggiunto sotto due ics. Non l’ho mai detto a nessuno.
Everyone Hides
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Secondo singolo del nuovo album Ode to a Joy, in uscita il 4 ottobre. Qui vi parliamo di tutto quello che dovete sapere.
Il video è uno spasso, per i fan nasconde tantissimi easter eggs che vi invitiamo a trovare…
Fuori concorso: A shot in The Arm
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Non ho mai provato l’eroina nella mia vita e non ho nemmeno intenzione di farlo, nonostante il titolo non credo proprio che la canzone tratti questo “pungente” tema ma mi piace accarezzare il pensiero che l’effetto di una droga pesante possa essere simile a quello che sento quando ascolto questo pezzo. E’ una cosa assurda…come se mi si staccasse la pelle dalla ossa…
Bizzarro che mi accada sistematicamente SEMPRE, il che mi proibisce di ascoltarlo in luoghi pubblici perchè sarebbe un grosso guaio…
E adesso l’angolo dei se… iniziamo?
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Smemorato sognatore incallito in continua ricerca di musica bella da colarmi nelle orecchie. Frequento questo postaccio dal 1998…
I miei 3 locali preferiti:
Bloom (Mezzago), Santeria Social Club(Milano), Circolo Gagarin (Busto Arsizio)
Il primo disco che ho comprato:
Musicasetta di “Appetite for Distruction” dei Guns & Roses
Il primo disco che avrei voluto comprare:
“Blissard” dei Motorpsycho
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Parafrasando John Fante, spesso mi sento sopraffatto dalla consapevolezza del patetico destino dell’uomo, del terribile significato della sua presenza. Ma poi metto in cuffia un disco bello e intuisco il coraggio dell’umanità e, perchè no, mi sento anche quasi contento di farne parte.