Dei miei prognostici sui vincitori degli Oscar, quest’anno non ne ho azzeccato uno. Tra questi tifavo per colui che per mesi mi fece sognare cucinando metamfetamine, quel Mr. White dalla faccia rugosa e dal cuore malvagio, che, scoperto un po’ tardi, mi strega sempre per la sua incredibile bravura. Questa volta Bryan Cranston ha scelto una storia dai contorni della vecchia Hollywood, negli anni ’50 (epoca assai rappresentata tra i film candidati) per raccontare una storia di discriminazione e ingiustizia basata su pregiudizi e ideologia. Si è calato nella pelle di Dalton Trumbo, recitando perfettamente e credibilmente (anche nella somiglianza fisica) la vicenda dello sceneggiatore di “Vacanze Romane” vittima del maccartismo, per cui pagò col carcere il proprio credo politico e dovette lavorare e vincere numerosi premi oscar sotto falso nome. Come è successo per altri film scelti quest’anno dall’Academy, “Trumbo” ha un retrogusto di fiction e, se pur si strutturi su un’ottima sceneggiatura (un po’ lenta nella parte centrale), non si rivela un film sconvolgente. I personaggi sono molto caricati, nella ricerca spasmodica di una verosomiglianza, ma trascurandone la psicologia (eccetto il personaggio di Luis C.K., bravo) e finendo col restare sulla superficie storica, pur interessantissima, della vicenda.
Prodotto dalla giovane “Bleecker Street”, è un film d’intrattenimento, che narra di una storia poco conosciuta da noi e che può appassionare molti, soprattutto nerd appassionati di film classici. Siamo lontani da altre biografie, come “Lenny” o il migliore, anche se imperfetto “The Aviator”, di cui ricorda le atmosfere. Carini gli inserti documentaristici in cui ben si vedono Humphrey Bogart e Lauren Bacall, che non stonano in un’opera schematica che fa della verosomiglianza il proprio punto di forza, ma non basta, Hellen Mirren, poi è stucchevole, insopportabile. Ciò che resta è un film godibile, di cui si ricorderà il nome di Trumbo e il volto di Cranston e poco altro. Ma potremmo anche essere soddisfatti così e goderci due ore di buon intrattenimento.
Il Demente Colombo
Nome e Cognome: Demente Colombo
Mi racconto in una frase: strizzacervelli con un cuore di cinema
I miei 3 locali cinema preferiti: Anteo, Apollo, Silvio Pellico di Saronno.
Il primo disco che ho comprato: Cross Road (Bon Jovi)
Il primo disco che avrei voluto comprare: Tapestry (Carole King)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: Quando sono triste guardo Zoolander e il mondo mi sorride.