Fatevi un piacere: indossate le cuffie, cliccate play su “Bad Times in Bad Waters” e sognate di essere negli Stati Uniti degli anni Sessanta oppure nella Londra di pochi anni prima, quando il rock strumentale basato su quintalate di riverbero imperversava incontrastato, oppure ancora nel bel mezzo di una scena di un film di Tarantino. Una volta terminato e gustato l’ascolto dell’album, cercate informazioni sul magico trio The Lake Devils. Scoprirete che vengono dalla Val Camonica e che hanno pubblicato questi brani nel 2022. Ora stupitevi, ma rimanete col sorriso, perché la qualità dei nove pezzi (tutti strumentali) in scaletta è da far gridare al miracolo. Certo, Frederick Micheli (già nelle leggende rock’n’roll Thee Jones Bones) e compagni si stanno solo divertendo, ma lo fanno con un gusto sublime e facilmente apprezzabile da tutti… mica poco.

Se i primi sette brani mostrano tutto l’amore del trio bresciano per certe sonorità portate al successo più di mezzo secolo fa da gente come Tornados in Inghilterra o Dick Dale negli States, l’ottavo è invece un’entusiasmante rilettura del classico dei classici The House of the Rising Sun. La conclusione è affidata ai ben tredici minuti e mezzo di Odissey, una variazione rispetto a quanto fino a quel momento ascoltato. Odissey è infatti una suite psichedelica debitrice tanto dei primissimi Pink Floyd quanto delle code chilometriche e liquide dei Crazy Horse, ma soprattutto della follia ragionata dei Dream Syndicate, ed è un vero e proprio gioiello.

Andrea Manenti

 

 

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