Non è più un mistero, se mai lo fosse stato: la biopic firmata Netflix sulla vita dei Mötley Crüe sta impazzando sugli schermi di tutto il mondo, spalancando le porte su uno dei più sfrenati trinomi sesso-droga-rock’n’roll della storia della musica.
Le vicende della premiata ditta Vince Neil-Nikki Sixx-Tommy Lee-Mick Mars erano note ai più, ma indubbiamente la drammatizzazione cinematografica delle loro rockissime gesta non può non catturare anche un pubblico di giovanissimi, che dell’epopea del glam metal Anni 80 ha forse solo sentito parlare, o magari neanche.
Non ci soffermeremo in questo momento sulla riuscita o meno dell’operazione. Per il momento vogliamo guidarvi alla scoperta di alcuni consigli di lettura qualora vogliate conoscere più da vicino i Mötley Crüe, e soprattutto spassarvela in compagnia dei loro racconti riferiti agli anni più sfrenati della loro carriera.
Realtà? Finzione? Romanzo? Chissà.
La voce, in quasi tutti i casi, è la loro. E in fondo lasciare sfogo all’immaginazione non costa niente.
Loro, i Mötley Crüe, hanno dichiarato a più riprese che vedere il docufilm The Dirt li ha fatti piangere dall’emozione.
Noi siamo certi che con queste letture vi scapperà più di un sorriso.
The dirt
E’ tutto nato da qui, da questo libro autobiografico del gruppo al gran completo: il lungometraggio di Netflix ha preso non solo l’ispirazione ma anche il titolo dall’opera, pubblicata nel 2002 in occasione del trentennale di fondazione della band e firmata a 8 mani da tutti i Mötley Crüe con l’aiuto del giornalista Neil Strauss.
Cos’è The Dirt? Un backstage pass lungo centinaia di pagine, grazie al quale accedere ai retroscena dalla fondazione della band fino ai vizi che, in qualche modo, l’hanno condizionata, plasmata, sgretolata e infine riunita. Se avete amato il cameo di Ozzy Osbourne nel biopic di Netflix, verrete subito catturati dalla storia dato che è uno dei primi aneddoti narrati.
Consigliato a chi: nasconde Novella 2000 sotto il chiodo di pelle.
The heroin diaries. Un anno nella vita di una rockstar allo sbando
Uscito per la prima volta nel 2007 e ripubblicato nel 2017, fin dal titolo non lascia spazio all’immaginazione: pochi lustrini e poco glam, qui si viaggia al buio a fari spenti. Nikki Sixx (con il supporto di Ian Griffins) esplora i suoi giorni più scuri, dove le dita sul suo basso erano guidate dall’eroina, che influenzava pesantemente i livelli di adrenalina ed ispirazione. Nikki spiattella senza troppi complimenti in faccia al lettore la dipendenza dalla droga, i nervi a pezzi e tutto quello che ne è conseguito, come la distruzione dei rapporti con la band, con gli amici e con la famiglia.
Consigliato a chi: non si accontenta delle apparenze e non ha paura di esplorare gli abissi, anche dell’anima.
This is gonna hurt: music, photography and life through the distorted lens of Nikki Sixx
Se The Heroin Diaries è il diario più intimo e introspettivo di Sixx, qui è l’occhio distorto dalla fama e dall’eroina di Nikki che “parla”. Un volume fotografico, dove spesso e volentieri è proprio il dito di Sixx a scattare immagini che ripropongono un universo distorto dagli stupefacenti ma anche intriso di realtà. Complessa, tossica, senza filtri.
Consigliato a chi: sa lanciare l’occhio dietro l’ostacolo.
Tommyland
Signore e signori, ecco a voi Tommy Lee in tutta la sua guascona follia: un lungo confessionale senza filtri che racconta la vita del batterista dall’adolescenza (entrò a far parte dei Mötley Crüe a soli 17 anni) alla giovinezza stravissuta e straviziata girando il mondo da rockstar, fino ai matrimoni – e ai relativi divorzi – con donne desiderate dall’universo intero, leggi Heather Locklear e Pamela Anderson.
Ma c’è di più in questo volume scritto con la collaborazione del giornalista Anthony Bozza e intitolato come il secondo album solista di Tommy. Perché oltre alle scorribande, agli eccessi e alla musica c’è spazio anche per l’esplorazione di lidi più nascosti come la paternità (Lee ebbe da Pamela due figli), i problemi con la legge e tutto quello che queste esperienze hanno insegnato a Tommy.
“Coloro che hanno stomaci deboli, rigide moralità o soffrono di gastrite cronica è meglio che mettano subito giù questo libro – scrive Tommy nell’introduzione – Per tutti gli altri, c’è una grande verità che voglio condividere: quello che seminate è quello che riceverete. Fate del bene, gente, e vedrete che vi ritornerà“. Ecumenico.
Consigliato a chi: crede sempre nel lieto fine.
Tattoos & Tequila. All’inferno e ritorno con la voce dei Mötley Crüe
Rabbia e redenzione secondo Vince Neil. Tattoos and Tequila è il titolo anche di un album solista di Neil, e infatti il libro accompagna in tutto e per tutto il disco del 2010, al punto che ad ogni traccia corrisponde il titolo di un capitolo della storia. Di quel che c’è, non manca niente: l’essere completamente sbronzo al volante della macchina a bordo della quale trovò la morte il suo grande amico Razzle, batterista degli Hanoi Rocks; la morte della figlioletta Skylar; i suoi tre interventi di chirurgia plastica; la partecipazione ai reality show The Surreal Life e Celebrity Apprentice in onda sulle reti americane; i suoi nuovi interessi per business diversi dalla musica.
“Ho molti affari in corso – scrive nel libro – Mi piace avere qualcosa che mi faccia battere il cuore. Qualcosa di più salutare che spararsi una siringa di cocaina in vena come facevo negli Anni 80… anche se devo ammettere che quel periodo è molto più divertente da raccontare“.
Ultime dal fronte: dopo “essersi rivisto” in The Dirt e aver incrociato uno specchio a figura intera, il buon Vince pare si sia messo in mente di recuperare la sua (un tempo) invidiabile forma fisica. Per l’occasione, ha lanciato sul mercato una linea di prodotti dimagranti bruciagrassi dal nome Vince Slim and Fast. Nemesi.
Consigliato a chi: crede fermamente nel “business is business”.
Federica Artina
You know, I’m a dreamer.