Ritorna più spaventosa che mai “5 Canzoni Bomba”, la rubrica che questa settimana vi farà sobbalzare di paura e stupore, ma nel senso positivo del termine, nonostante la notte delle streghe si avvicini. Come al solito ce n’è per tutti i gusti, ma andiamo per gradi e vedrete che nessuno si farà del male. Buon ascolto!

 

Wet (feat. Blood Orange) – Bound

Nel terzo disco del trio R&B e pop Wet, compare, sorprendentemente per questi tempi, solo una collaborazione ed è quella con Dev Hynes aka Blood Orange. Curioso che nonostante sia appunto l’unico episodio del disco, in Bound Blood Orange non canti nemmeno una parola, ma si limiti a produrre e suonare tutti gli strumenti, trasformando la canzone in un momento raccolto che richiama certe sonorità anni ’90. Inutile dire che la melodia fa colpo al primo ascolto e invoglia ad ascoltare tutto il resto del disco.

 

 

Neal Francis – Prometheus

Nuovo singolo di quello che sarà il prossimo disco di Neal Francis, “In Plain Sight”, fattosi conoscere con l’onesto debutto “Changes” ormai 3 anni fa. L’album sarà mixato dallo storico Dave Fridman e diciamo che il tocco si sente. Una chitarra sinuosa sorregge il brano, citando platealmente i Beatles mentre il groove cuoce al di sotto. Il talento del travagliato cantautore sembra essere cristallino, vedremo se riuscirà a trovare il riconoscimento che merita.

 

My Morning Jacket – In Color

Nona fatica discografica per i My Morning Jacket, che per questa occasione scelgono la via del disco omonimo. Uscito venerdì scorso e anticipato da tre singoli pubblicati in precedenza, il disco contiene diversi spunti di creatività facilmente riconducibili a Jim James & Co., tra cui la splendida scalata sonora di In Color, qui proposta: davvero un’estasi per le orecchie con il suo solo di chitarra che si candida già per essere uno dei più belli del decennio.

 

Parquet Courts – Sympathy for Life

Settimo disco invece per i Parquet Courts. La band di New York City ha registrato tutto il disco in lunghe sessioni pre-pandemiche, poi arrangiate in forma canzoni. L’approccio è quello di un dance-punk abbastanza isterico, ispirato alla cultura clubbing. Che siano canzoni frutto di molta improvvisazione free-form si sente, anche nei brani di minor durata come la title track, che pur insistendo su pattern rigidi ha modo di spaziare di tanto in tanto in scenari diversi (ricorda a tratti Fool’s Gold degli Stone Roses). Un disco su cui poter (tornare) finalmente a ballare.

 

Nick Cave & The Bad Seeds – Euthanasia

Ecco che vede infine la luce la versione in studio di Euthanasia, outtake di “Skeleton Tree” che abbiamo avuto modo di assaporare in versione live in quel magnifico documento che è “Idiot Prayer”, registrato in un Alexandra Palace deserto e uscito nel silenzio dei lockdown. Il brano era già rimbalzato ovunque nella sua prima veste voce-piano, oggi si reincarna nella sua forma originale per elevarsi a perla incontrastata della produzione recente di Nick Cave e i suoi Bad Seeds. Punto fermo, ora si può ripartire.

A cura di Andrea Fabbri

 

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