“Friends That Break Your Heart”, il quinto album di James Blake, vede in copertina il suo autore in versione spezzettata, come se mancasse di qualcosa. In verità questa nuova fatica del trentaduenne britannico, se non per i testi sempre emotivamente strazianti e pessimistici, vede forse per la prima volta infilate una dietro l’altra dodici ballad dalla pura essenza pop.

Pur non lontani gli esordi più spiccatamente elettronici, Blake non rinnega nulla del suo passato ma semplicemente eleva il suo marchio di fabbrica a un prodotto più “normale” e spesso e volentieri dal forte sapore soul. Il cammino che dagli esordi l’aveva portato a essere il primo della classe con il capolavoro “The Colour in Anything” e che successivamente l’aveva innalzato quasi con spocchia a livelli sempre altissimi ma meno facilmente comprensibili in “Assume Form”, lo ritrova ora crogiolarsi in una sorta di voluto stallo, all’interno del quale il nostro si diverte a giocare nella scrittura di dolcissime canzoni pop.

Forse la pandemia, durante la quale si era dato insistentemente al rifacimento di moltissime canzoni d’altri (dai Nirvana ai Radiohead a Frank Ocean), ha ispirato l’artista londinese nel voler ricalcare la forma canzone e il risultato si può dire pienamente riuscito. I sentimenti esplorati nell’album sono come sempre la nostalgia, la malinconia, il malessere e una lieve speranza. Il modus operandi si ripete ancora fra fredda elettronica, bellissime melodie e una voce profondissima ed esaltante.

Da segnalare i featuring con SZA in Coming Back, con JID & SwaVay in Frozen e con Monica Martin in Show Me, collaborazioni che avvicinano Blake al mondo hip hop in modo assolutamente credibile; il meglio l’abbiamo però nella sensibilità di brani quali Life Is Not the Same, la title track e il bellissimo primo singolo Say What You Will, letteralmente da pelle d’oca.

Andrea Manenti