Luca Dai è il nome del cantautore che sta dietro al progetto Daimon27. Non un giovane di belle speranze, ma un veterano di belle speranze. Di quelli che sanno che l’età non conta, che tanto mica lo si fa per il successo o per gli stream. Lo si fa per stare bene, perché non si può non farlo. Lo si fa per la musica, per fare emozionare i pochi che hanno la fortuna di conoscerti.

Ecco, io spero che con questa breve recensione i suoi fan possano crescere di qualche unità, perlomeno questo è il mio obiettivo, perché il disco è bello, le canzoni emozionanti e meritano ascolti attenti e dedicati. Mi verrebbe da dire una cosa del tipo “molto più di altra roba… bla, bla, bla”, ma sarebbe perfettamente inutile, andrei a danneggiare il mio karma, senza nulla aggiungere al tentativo coscientemente utopico di voler rendere questo mondo un pochino migliore.

Di sicuro “Bludemone”, che è il titolo dell’album, può rendere migliore quantomeno una giornata. Ne ho la certezza. Io l’ho ascoltato in macchina, andando al lavoro, e ha funzionato. E scusate se è poco. Sono solo sette pezzi, di cui due cover, due traduzioni di Flashes And Cables di Will Johnson (CENTRO-MATIC), che ha peraltro ascoltato e approvato con stupore l’omaggio, e di Being In Love di Jason Molina (SONGS: OHIA), giusto per farvi capire la cifra del gusto artistico che sta dietro a Daimon27.

Ci troverete chitarre, emozione, parole e gusto. Ascoltatelo se potete, lo trovate su bandcamp oppure, a volte, su uno di quei palchi di provincia piccoli ma accoglienti. I migliori.

Carlo Pinchetti