In questo particolare momento storico, i Tre Allegri Ragazzi Morti fanno uscire simbolicamente una nuova canzone. “Quando” è un pensiero ispirato proprio dal periodo che stiamo attraversando: un inno da cantare per sentirsi uniti mentre si è così distanti, con l’augurio di ritrovarsi presto ancora più vicini.
Il pezzo è stato scritto con Generic Animal e chiuso a distanza, la copertina del singolo è stata disegnata da Tatuaggi Male.
Sul proprio sito la band presenta il pezzo così: “L’abbiamo scritta assieme a Luca Galizia (aka Generic Animal). Fino a pochi giorni fa non si chiamava ancora ‘Quando’ ed era in fase di elaborazione, ovvero chitarre e basso già registrati al Bleach Studio di Gittana (LC) da Enrico Molteni, Andrea Maglia e Carmelo Gerace e batterie registrata all’Alambic Studio di San Foca (PN) da Luca Masseroni e Paolo Baldini. Poi è arrivato il virus e abbiamo trovato il modo di chiuderla solo così, ognuno dalla sua stanza, in remoto. Davide Toffolo ha aggiustato il testo alle sue corde e lo ha contestualizzato cercando di infondere un barlume di speranza, evocando una sorta di Romeo e Giulietta ai tempi della quarantena, in motorino. Paolo Baldini ha mixato, Giovanni Versari ha masterizzato, tatuaggimale ha disegnato la copertina. Speriamo che ‘Quando’ faccia compagnia in questi giorni di distanziamento sociale. Ascoltiamola e cantiamola che quando finirà, sarà una festa. Un abbraccio da tutti noi, dal nostro incredibile staff che ci permette sempre di portare al massimo della qualità le nostre idee. Ci ritroveremo presto! Tarm”
Ascolta il brano qui sotto

Smemorato sognatore incallito in continua ricerca di musica bella da colarmi nelle orecchie. Frequento questo postaccio dal 1998…
I miei 3 locali preferiti:
Bloom (Mezzago), Santeria Social Club(Milano), Circolo Gagarin (Busto Arsizio)
Il primo disco che ho comprato:
Musicasetta di “Appetite for Distruction” dei Guns & Roses
Il primo disco che avrei voluto comprare:
“Blissard” dei Motorpsycho
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Parafrasando John Fante, spesso mi sento sopraffatto dalla consapevolezza del patetico destino dell’uomo, del terribile significato della sua presenza. Ma poi metto in cuffia un disco bello e intuisco il coraggio dell’umanità e, perchè no, mi sento anche quasi contento di farne parte.